Apporti dei lettori: Brevissimi testi sperimentali

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    1,231
    Location
    ROMA

    Status
    Offline
    = = = = = = = = = = = = = = =

    Indice (in giallo il racconto o i racconti più recenti)

    - L'ultima notte
    - La prossima volta
    - Fame
    - Bella!
    * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

    L'ULTIMA NOTTE
    (di Pierpaolo Serarcangeli)

    Baltò, grandebarba tagliaforte, alto e sincero, smise all'improvviso di pedalare - fece perno sul piede sinistro abbandonò il sellino e poggiò la bici alla balaustra. Il naviglio si perdeva lontano, nero e buio nel buioneronero della notte, anche l'asfalto aveva la sua zona d'ombra, indistinta e fredda dopo il lampione di fronte all'unica osteria ancora aperta a quell'ora, ascoltò e non udì nulla

    certocerto qualcuno là dentro parlava e rideva, complice il bagliore d'ambra del vino e un fiaschetto già quasi vuoto
    ...poi ci sei tu che mi guardi, col palmo della mano ti netti la bocca, rubizzo e gradasso - scivolerai fuori di qui per cadere su un letto che cigola vecchio - ma in fondo cosa vuoi tu da me, forse ci siamo incontrati per caso, ogni sera ci incontriamopercaso - e per caso so ormai tutto di te, ma dimmi però, stavolta mi devi rispondere sennò

    Baltò si sporse dalla balaustra e sputò in basso, poi alzò il capo e cercò qualcosa nel cielo: sguardo vano verso un tetto buio che copriva tutta Milano, si ricompose, respirò, tossì, poi si schiari la gola e lanciò un altro sputo nel vuoto. Prospettive sghembe appena appena visibili, abbaini, tettucci, qualche terrazzetta e finestre serrate, solo qualche rigo di luce da una persiana lontano
    sferragliare
    improvviso
    di un tram
    laggiù dove la città ansimava divorando le ore, lo sapeva Baltò che non avrebbe dovuto mangiare in fretta quella minestra fredda, ora lo stomaco gli doleva e annunciava rigurgiti acidi che gli avrebbero impedito di prendere sonno - riprese a camminare spingendo lentamente la sua bicicletta

    - non rispondi e fumi qui dentro anche se è vietato tanto questo è un portofranco-zonalecita-dell'illecito nessuno ti dirà nulla nessuno ti riprenderà
    oh sospiro e la pazienza è fuggita, questo almeno lo sai, fai finta di nulla eh, ma quei soldi me li devi ridare porcomondo, intanto la mano tentenna sulla sedia accanto, fruga nello zainetto ed estrae qualcosa - ora l'oggetto è in tasca, a portata di mano, nessuno ha notato nulla, c'è stato solo il lampo impercettibile di una lama, ma giusto un attimo, un battito di ciglia - la mano stringe di nuovo il bicchiere finiamolo questo vino, su: un po' a te un po' a me, da buoni amici - e il fiaschetto è ormai vuoto

    questa notte odora di umido come tutte le notti in un fazzoletto di quartiere in disparte, il giorno è caduto da un pezzo, s'è spento nella piazza affollata davanti alla Stazione centrale - lì il tempo correva
    i tre colori dei semafori
    alternandosi
    bloccavano la folla
    poi davano il via e tutti vagavano da un marciapiede a un altro con una certa fretta, ché quasi pioveva - ma qui zona navigli i secondi hanno altro tempo, tanto nessuno ti aspetta, Baltò - e puoi rallentare questa altalena di passi - si chiese che era uscito a fare, che senso avesse quel giretto notturno

    pago io stasera, ma tu cacciafuori quelchemidevi, se per caso ti ho incontrato, non per caso ti lascerò andare. Paga, assolvi, ancheiodevovivere, non posso fare regali sia chiaro il tempo è scaduto, lo capisci o non lo capisci che mi sono rotto - il tempo è scaduto e allora
    - ...ormai siamo al trecentopercento degli interessi, tu infame eri e infame sei rimasto. Se mi fai schifo è per questo: la tua fame non conosce confini

    Baltò, superato il caseggiato era giunto all'inizio dell'altro isolato - fatiscente magazzino raccoglimuffa proprio all'altezza del lampione accecato dove ombra nasceva da ombra e giusto i fari improvvisi di un'auto invasero il marciapiede, ma fu solo una fasulla meteora e di nuovo tutto disparve
    un colpo di vento
    schiaffeggiò
    la bassa facciata del caseggiato

    ...ma uno schianto secco si udì - era la porta dell'osteria che fu spalancata con forza e cigolando girò sui cardini vecchi di ruggine, poi fu solo un rapidissimo gioco di ombre e di luci, di due sagome che si attraevano e respingevano, un gioco di mani, fulmineo roteare di braccia - un grido ci fu, gridostrozzato di un corpo che cadde e lì sul selciato rimase mentre

    Baltò ritornò sui suoi passi, ora gli avventori si accalcavano sulla porta e lui non distingueva quei volti controluce, non capiva neanche le voci, la bicicletta era a terra e la ruota anteriore girava ancora-ronzava, lui cercò aria ma la ferita gli mozzava il respiro. Si portò una mano sul petto, dentro il giaccone e sentì la consistenza delle banconote che non aveva voluto ridare. Poi il suo sangue si incantò, si rapprese quasi, restò fermo oscuro e immoto come l'acqua del naviglio. Il nuovo giorno era ancora lontano. Un istante prima che tutto si arrestasse lui capì che
    non avrebbe più
    scavalcato la notte.
    * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

    LA PROSSIMA VOLTA
    (di Pierpaolo Serarcangeli)

    Li ho sentiti. Stanno lavorando. Lavorano senza posa. Forse qualcuno dovrebbe fermarli. Forse. Questo trambusto si sente anche di notte. Possibile. Possibile che nessuno ci faccia caso. Possibile che a nessuno importi qualcosa di questo lavorio incessante. Incessante. Sono due giorni che. Sì. Almeno due giorni. Almeno. Se continuano con questo ritmo. Se perseverano. Se vanno avanti a oltranza. Se. Infaticabili. Sono infaticabili. Sembra una catena di montaggio. Martellante. Incessante. Non si fermano mai. Non. Ma in fondo non dovrei meravigliarmi. Si capisce subito che dietro tutto questo c'è un ordine. Un disegno preciso. Tutto preparato. Tutto studiato. Calcolato. L'ingranaggio procede. Va avanti. C'è molta organizzazione. C'è ordine. C'è. Che sia giorno o notte non importa. Lavorano. Lavorano sempre. Incessantemente. Per. Non si arrestano perché non possono ormai hanno preso l'impegno hanno incassato i soldi tutti in anticipo cioè senza acconto e si fermeranno solo a lavoro finito non rallentano mi accorgo che a intervalli di cinque o sei ore le squadre si danno il cambio e penso che tutto sia calcolato e scritto forse eseguono istruzioni a memoria perché mai una parola si ode potrebbero essere macchine e non uomini insomma automi ingranaggi pezzi inanimati che interagiscono con precisione incredibile c'è un ritmo di sottofondo infatti che rende armonico quasi magico questo ininterrotto rumore questo lavoro a senso unico perché non si può tornare indietro e allora avanti avanti così fino alla fine e credo che ormai non manchi molto per completare l'opera considerando che. Sono due giorni che. Sì. Almeno due giorni. Almeno. Se continuano con questo ritmo. Se perseverano. Infaticabili. Non posso lamentarmi e soprattutto confesso che non posso mentire a me stesso, stanno eseguendo i miei ordini a puntino infatti eh per questo li ho pagati bene e in anticipo in fondo poi non è un lavoro difficile perché questa casa ha un solo piano quello a livello stradale e i quattro lati sono ortogonali fra loro un perimetro che forma un rettangolo, sì è come se vivessi in una scatola prima non ci avevo pensato ma è proprio così insomma una costruzione banale tirata su senza fantasia e ignorando qualsiasi principio di estetica una casetta semplice semplice come quella che disegnano i bambini sui quaderni di scuola quindi il lavoro è facile in fondo che ci vuole e questi qui lavorano sodo e senza riposo procedono svelti
    ...
    ...

    ho avuto un tuffo al cuore un attimo di smarrimento totale perché per un paio di secondi il frastuono è cessato ed è stato come se la terra mi inghiottisse, come se si fosse aperto all'improvviso un baratro sotto i miei piedi perché non sia mai guai se la mia idea non andasse in porto guai guai per questo non mi sono affidato a una ditta seria di quelle che compaiono sugli elenchi telefonici o che fanno pubblicità ma ho cercato un gruppetto di stranieri che lavorano al nero non fanno domande non hanno pretese non. Soldi. I soldi sì li hanno voluti ovviamente e d'altra parte glieli ho dati molto volentieri sono ben pagati in fondo, in cambio ho preteso un buon lavoro e soprattutto il silenzio, nessuno
    nessuno deve sapere di questa alacre opera apparentemente priva di senso altrimenti i lavori verrebbero certamente bloccati ma io ho la fortuna di abitare abbastanza distante dalle altre case e del resto da tempo nessuno mi cerca più quindi lascerò questo mondo come più mi aggrada murato tra quattro mura e questo neanche gli operai lo sanno infatti me ne sto rintanato in un angolo da oltre due giorni insomma da quando loro sono arrivati col materiale la calce i mattoni le assi di legno e tutti gli attrezzi occorrenti e ovviamente non ho mai acceso la luce loro non sanno che. Già le finestre sono tutte accecate salvo una, la porta è stata sbarrata e anche l'ingresso del garage ormai è ostruito, quando anche quest'ultima finestra verrà murata ci sarà il buio totale, per evitare qualsiasi ripensamento qualsiasi tentazione mi sono sbarazzato del telefono fisso e del cellulare li ho buttati nel prato qui attorno la tomba è ormai quasi pronta quando l'ultima lama di luce avrà abbandonato questo ambiente sarò in pace loro andranno via ed io. Pace. Sarà come se il mondo si fosse allontanato da me. Come se io mi fossi allontanato dal
    però come sono bravi questi ragazzi i portatori della dolce morte. Sono già due giorni che non. Non mangio. Non bevo. Non ho bisogni fisiologici. Non ho paura. Non dormo. Non parlo con nessuno. Non. Caspita la morte poi dovrà pur venire. Però devo ricordare. Ricordare di morire. Se me ne dimenticassi sarebbe un guaio. Forse vivrei in eterno. Recluso qui dentro. In fondo non provo nulla. Sono un non morto. Sono un non vivo. Quando gli operai si appresteranno a chiudere l'ultima finestra troveranno una piccola sorpresa. Ho incastrato tra gli infissi una busta con duecento euro. Duecento euro in più di quel che già ho dato loro. Una piccola mancia. Un pensiero. Un dono ai portatori della dolce morte. Poi. Chissà. L'importante è che mi ricordi di morire. Prima dell'ultimo respiro nel delirio della fine forse qualcuno danzerà con me. Una donna che ho amato. Un bambino che mi ha sorriso. Nell'oscurità i sogni saranno brevi. Lenti saranno i gesti. La fine sarà tangibile. La morte sarà magia. Tutte le catene si scioglieranno. Si dissolveranno gli impedimenti. Questa casa sarcofago sarà il mio sacro tempio. L'attesa della fine mi rende tranquillo. Ascetico. Ero certo che la fine sarebbe stata anticipata dalla perfezione. Il tempo che si arresta è il massimo della perfezione. È il controsenso col quale lottiamo per tutta la vita. La sfida impossibile. Ma il tempo non ha inizio né fine. Dunque nel tempo fermo io saluto la vita. Il tempo fermo mi permette di osservare tutto. Di scrutare con la massima concentrazione possibile. Il mistero finalmente si svela. E l'ignoto mi abbraccia complice e fraterno.
    Non c'è dubbio. I ragazzi qua fuori stanno facendo un ottimo lavoro.
    Mi rivolgerò a loro, la prossima volta che mi ricorderò di morire.
    * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

    FAME
    (di Laura Giacomel)


    Ho fame di un cibo che non esiste, che sono rimasta senza perché l’ho mangiato tutto e ne ho abusato quando avevo la pancia piena e mi è mancato quando ero affamata, così, di quel cibo nessuna traccia, nemmeno gli avanzi di frammenti sbriciolati in farina dissolta come borotalco alla menta.
    Menta che mente alla mia mente.
    Erano ricordi infantili di pezzi mal digeriti.
    Astinenza forzata, rigurgiti ferrosi e sanguinaccio.
    Indigesti gesti,
    e resti di rossetto sui denti che mamma non sapeva metterlo sulle labbra che poi papà le diceva: «puttana!, dove vai conciata così?».
    Papà, quando tornava ubriaco e sapeva da nitroglicerina tra le dita e aceto dappertutto.
    Ho fame di un cibo che il mondo è pieno.
    Girasoli di grano, gelsomini aggrappati alla luna, fragole di maggio, rosso d’anguria e creme di marmellata spalmate sul corpo. Calmanti per gli attacchi di fame.

    (fonte. www.ilportolano.org) L'immagine è un particolare di una tela di Francis Bacon
    * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

    BELLA!
    (di Maree Trevisi) **


    C'era un cane femmina che mi pare si chiamasse Bella, almeno io avevo sentito così sembrava un grande micione bianco e grigio con la coda che penzolava in basso ma se guardavi il muso era tra il lupo e l'husky con gli occhi strani un po' rossi, a me Bella appariva un po' cieca ma correva correva si lanciava attraversava le strade senza timore forse proprio perché era mezza cieca o forse perché si chiamava Bella, Ciao Bella tu non sei sola come me tu non hai voglia di bere per dimenticare questa terra su cui cammini, tu non devi giocare alla santa come me che mangio in bianco e bevo acqua e spio la vita degli altri senza capirci molto, Ciao Bella ti basta un prato e chissà cosa odori vicino al tronco, io che cammino sullo stesso prato vedo tanta sporcizia e mi ricordo degli umani a cui appartengo, Ciao Bella tu torni dal tuo padrone sempre ti guardi intorno con la lingua di fuori non ti chiedi dove andare anche se sembri scrutare l'orizzonte perché un lampo all'improvviso ti spingerà da qualche parte, Ciao Bella, sai io sono un faro spento ed un lampo all'improvviso mi prende e ho voglia di tuffarmi in qualcosa di alcolico di dolce colorato e forte perché io sono al capolinea tutto il mio circondario è un cimitero puntellato da capolinea possono essere i bar e queste brevi soste sulle panchine in cui ti chiamo, Ehi Bella sei come me un po' selvaggia mezza cieca sei bella così piena di vita di corse, Io non corro più mi trascino io non sogno più, Stai andando via col tuo padrone chissà se ti rivedrò, Ciao Bella, Ehi Bella che bello chiamarti così perché io sono diventata cosi brutta abbrutita si dice... così questa pioggia dal cielo che non vuole scoppiare questo caldo che soffoca il mio già soffocare questo silenzio uguale al rumore questa vita che se ne va... un fermo immagine nella mia pupilla: tu, Bella!!!

    Edited by pierpaolo serarcangeli - 29/7/2016, 18:53
     
    Top
    .
0 replies since 14/3/2016, 14:05   90 views
  Share  
.