Articoli dei lettori: letteratura italiana e argomenti vari

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    NOTA: gli articoli vanno in ordine cronologico dall'alto verso il basso; pertanto, i più recenti sono in fondo alla pagina.
    Indice: (in giallo l'articolo o gli articoli più recenti)

    Recensione: "Donne" di Andrea Camilleri
    Primo Levi: testimoniare per non dimenticare
    Letture: "Non so niente di te" di Paola Mastrocola
    Letture: "Scene di vita amorosa" di Paolo di Paolo
    Letture: "Le serenate del Ciclone" di Romana Petri
    Letture: "Costruire il domani - istruzioni per un futuro immateriale" di Stefano Quintarelli
    A che serve il latino? Un saggio sulla bellezza di una lingua "inutile"
    Sotto le mura di Ilio, tra le cosce della Grazia
    Cinque frasi per capire Corrado Alvaro, scrittore, antifascista e meridionale
    Lo stato laico e la Chiesa. Lo scontro del nuovo millennio
    Il DNA dei generi letterari
    Chi è lo scrittore più bravo al mondo?
    Il romanzo rosa
    Il romanzo storico-sentimentale
    Recensione: "Dalle rovine" di Luciano Funetta
    Le città italiane in cui si legge di più? Ecco la nuova classifica
    Il romanzo epistolare
    Una lettera di Cicerone alla moglie Terenzia
    "Lo strano viaggio di un oggetto smarrito", romanzo di Salvatore Basile
    Mary Anning. Una viaggiatrice nei mari preistorici
    Siamo dentro a un atomo?
    Curie. Una famiglia di Nobel
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    Recensione

    "Donne" di Andrea Camilleri- Rizzoli, pag. 210, euro 17,50.
    (di Mirella Morelli - fonte: "Cultura al femminile")

    pKehrwps (cliccare sul link sottostante per leggere l'articolo)

    https://letteraturalfemminile.wordpress.co...mirella-morelli
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    PRIMO LEVI: testimoniare per non dimenticare

    www.letteratura.rai.it/articoli/pri...29/default.aspx (clicca sul link a sinistra per leggere l'articolo e vedere il filmato)
    fonte: RAI Cultura
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    LETTURE: "Non so niente di te" di Paola Mastrocola romanzo
    (di Claudia Corsini)

    È un mattino di novembre. Nella sala di uno dei più prestigiosi college di Oxford, centinaia di persone aspettano l’inizio di una conferenza. Dopo qualche minuto entrano – nel silenzio generale – decine e decine di pecore. Bianche, lanose, ordinate, moderatamente belanti. Le guida Filippo Cantirami, giovane economista italiano, che come nulla fosse, comincia il suo intervento sulla crisi dei mercati. Inizia così il nuovo romanzo di Paola Mastrocola. Quella incredibile invasione di pecore getterà nel caos i genitori Cantirami, convinti che il figlio modello sia a Stanford a finire un dottorato, e che si ritrovano all’improvviso spiazzati e in ansia. Cosa combina Fil, dove sono finiti i suoi ideali, chi è veramente? E chi è quel suo compagno, Jeremy, con il quale sembra che abbia ha stretto un patto? Che cosa hanno condiviso i due ragazzi, qual è il loro segreto? Il Fil che loro conoscevano sembra sparito nel nulla, perduto in un mistero inspiegabile. E intanto, sullo sfondo, la crisi dei nostri giorni. Ma raccontata da lontano, come guardando il presente dal futuro, tra una cinquantina d’anni. Filippo Cantirami, il giovane rivoluzionario della Mastrocola, è un ragazzo privilegiato, un personaggio scomodo, di questi tempi: eppure è lui – in virtù dei suoi pensieri, dei suoi silenzi, dei suoi gesti e delle sue scelte – che pagina dopo pagina ci apre al sogno di una vita diversa. Un sogno che ci porta a riflettere sull'entità "tempo" e sulla possibilità di metterla in discussione, di ripensarla.

    Capita talvolta di guardare alla propria vita, alle scelte fatte, alle decisioni prese ed avere la sensazione che quella non sia la vita che avremmo voluto per noi, ma che sia la vita di qualcun altro, di qualcuno che ci è persino estraneo. Non perché la vita che ci ritroviamo a vivere sia necessariamente negativa o priva di successi, ma semplicemente perché non corrisponde a ciò che sentiamo di volere per noi stessi. Come se le aspettative di altri avessero sostituito un po’ alla volta le proprie aspettative, scegliamo per noi ciò che pensiamo altri si aspettino da noi: per non deluderli, per non rinunciare alla loro approvazione: Anche perché assumersi la responsabilità di fare qualcosa di originale o di insolito risulta troppo rischioso e faticoso. Genitori che pensano di agire per il bene dei figli, talvolta impongono loro i propri sogni, le proprie ambizioni, le proprie priorità. Tramandate di padre in figlio, queste pesanti eredità costituiscono un fardello di cui è difficile sbarazzarsi, solo perché si ha timore di interrompere quella che è ritenuta una tradizione di famiglia, che ci caratterizza e determina fin dalla nascita come un’impronta digitale.
    “Un tarlo la rodeva sempre più profondamente: il tarlo di non aver mai capito niente di suo figlio. Chi era veramente, quali erano i suoi pensieri, la sua visione del mondo, la sua vita. Cosa ne sapeva lei? Cosa ne sa una madre? Ci sono genitori che per natura sono più vicini ai figli, sono più in sintonia. E genitori che lo sono meno, o non lo sono affatto. non vuol dire che siano cattivi genitori o che non amino i loro figli, vuol dire che sono meno affini, e quindi fanno più fatica a capirli, e spesso non se ne rendono neanche conto, credono di conoscerli bene. Finché un giorno non accade qualcosa di così clamoroso che di colpo li rende coscienti della loro assoluta ignoranza.”
    E’ ciò che accade a Fil, il protagonista di questo romanzo. Una laurea in economia alla Bocconi, un master a Londra, un dottorato a Stanford e la prospettiva di un prestigioso posto di lavoro, inevitabile conseguenza di un curriculum vitae così ben pianificato. Finché Fil si rende conto che non è questo che vuole per sé, non è questa la sua vita, così come da bambino non ha mai amato il basket, nonostante sua madre abbia sempre creduto il contrario. Cosa fare a questo punto, quando le cose sono così avanti, quando tutti quanti danno ogni scelta per scontata? Come dire ai propri genitori che non è questo che si vuole?
    «Forse è proprio questo, papà. Dovreste essere curiosi, voi genitori, molto curiosi dei vostri figli. Morire dalla curiosità di vedere come diavolo andrà a finire. Invece siete sempre così scontenti, così incontentabili. Sembra che conosciate già tutto. Non vi lasciate sorprendere. Peccato. Vi private di una grande felicità».
    Fil fa una scelta per certi versi rivoluzionaria, contro ogni luogo comune e qualunque logico modo di pensare. Decide di andare contro modi e mode del suo tempo e di realizzarsi secondo quel che gli suggeriscono il suo istinto e la sua dignità di uomo. Sarà un "vincente", non perché ha seguito logiche di potere e di carriera, ma perché ha dato retta al suo istinto e al suo intuito.
    Un romanzo a tratti ironico, a tratti drammatico, con un sottofondo di suspense che arricchisce la narrazione fino alla fine. Personaggi vari, molto diversi fra loro, si alternano tra le pagine, portando ciascuno un diverso punto di osservazione, sempre ben caratterizzati nei loro vissuti emotivi e nei risvolti psicologici. Consigliato a tutti i genitori che erroneamente pensano di conoscere bene i propri figli e a tutti coloro (genitori e/figli) che hanno smesso di chiedersi cosa vogliono dalla propria vita e hanno commesso l'errore di rinunciare a inseguire i propri sogni.
    ( "Non so niente di te" di Paola Mastrocola - pp. 344 - Einaudi - Euro 18,50)
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    LETTURE: "Scene di vita amorosa" di Paolo Di Paolo
    www.letteratura.rai.it/articoli/pao...77/default.aspx
    (clicca sul link per leggere l'articolo e vedere il filmato)
    (pp. 176 - Feltrinelli - Euro 15,00) fonte: letteratura.rai.it
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    LETTURE: "Le serenate del Ciclone" di Romana Petri
    www.letteratura.rai.it/articoli/rom...30/default.aspx
    (clicca sul link per leggere l'articolo e vedere il filmato)
    pp. 592 - Neri Pozza - Euro 18,00
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    LETTURE: "COSTRUIRE IL DOMANI - istruzioni per un futuro immateriale"
    di Stefano Quintarelli


    "Il futuro è già qui, solo che non è distribuito in modo uniforme" e questa differenza di passo fa sì che in tutti i settori dell'economia, e in tutto il mondo, si stiano realizzando rapidamente trasformazioni che da un lato creano grandi opportunità di benessere e di miglioramento della qualità della vita, dall'altro presentano nuove sfide per la società umana. E la più importante disomogeneità sta nella differenza di passo tra lo sviluppo delle attività economiche e la lentezza delle istituzioni a comprendere e a creare un'adeguata risposta normativa che permetta di sfruttare la nuova "dimensione immateriale" a favore di tutta la Società.
    Il libro aiuta il lettore a comprendere un presente che la rivoluzione digitale ha reso complesso e a tratti opaco per il grande pubblico; al contempo non dà visioni di futuro fatte e finite, scenari a scatola chiusa, cercando invece di fornire alcuni principi base che guidino nella comprensione dei fenomeni e delle tendenze generali, una scatola degli attrezzi di base per capire come e perchè il mondo sta cambiando così tanto negli ultimi anni.
    E' un lavoro scritto con rigore scientifico, ma con linguaggio accessibile al grande pubblico che lo rende una "lettura obbligata" per chiunque abbia responsabilità istituzionali, per i protagonisti dell'economia, come per chi voglia capire i nuovi meccanismi economici e sociali che determineranno il futuro delle nostre Società.
    pp. 192 - Il Sole 24 ore - Euro 12,90
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    A CHE SERVE IL LATINO?
    UN SAGGIO SULLA BELLEZZA DI UNA LINGUA "INUTILE" www.illibraio.it/latino-338945
    (clicca sul link)
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    SOTTO LE MURA DI ILIO, TRA LE COSCE DELLA GRAZIA
    (di Luigi Balocchi)

    "A un giovane gli è sempre dignitoso, morto in battaglia, straziato dal bronzo acuto, giacere; tutto quel che si vede, anche se è morto, è bello. Ma quando il capo bianco e la barba canuta e le vergogne insudiciano i cani di un vecchio ammazzato, questa è la cosa più triste fra gli infelici mortali." Questo è quanto dice Priamo, poco prima del combattimento tra Ettore, suo figlio, e Achille, campione degli Achei, sotto le mura di Ilio. Duemila anni dopo, l'irlandese Joice, nel racconto The Dead, così riflette, alla fine del dialogo tra Gabriel Conry e sua moglie Gretta: "meglio morire nel pieno di una giovane passione che finire i nostri giorni rosi dalla decrepita vecchiaia." Priamo sa cosa lo attende. Lo attende una morte sconcia, vergognosa. Il suo corpo, dilaniato dai cani (i decrepiti corpi dei vecchi divorati dai mali...), sarà ben triste cosa. Orribile a vedersi. E lo stesso ben triste cosa, un'abitudine, un dovere, impalpabile cenere, è nel tempo divenuto il rapporto tra Gabriel e Gretta. Ecco, fratelli miei. Se la morte ci in destino, giammai, per dignità, valore, onore, dovremo rinunciare alla passione, all'impeto di bellezza, lo sguardo dritto, la lingua ferma. Di conseguenza comportarci. Qualche stupido eunuco ci ha convinti che la forza, la nostra giustificazione, risieda nella sostanziale accettazione del dato presente, nella rinuncia. Eppure io credo che la forza senza misericordia sia soltanto crudeltà. Ecco. Noi siamo misericordiosi con noi stessi, facendo del nostro corpo un simulacro di passione. In ciò ci conformiamo alla Bellezza ed alla Grazia, quella interiore ed efficace. In ciò onoriamo la vita per quanto in essa vi è di più bello. Agli altri, agli ignavi, gli irrisolti, lasciam pure il disonore d'esser crudeli. Con se stessi. Loro sarà la morte di Priamo. La cenere di Gabriel e Gretta Conroy. Loro, vergogna e bruttura.
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    CINQUE FRASI PER CAPIRE CORRADO ALVARO
    SCRITTORE, ANTIFASCISTA E MERIDIONALE
    (fonte: www.fanpage.it) - - - - - corradoalvarolibro

    Sessant'anni senza Corrado Alvaro. Lo scrittore dalle mille anime, politiche, civili, letterarie. Voce critica della dittatura e di Mussolini (nel 1925 aderì al Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce), della sua Calabria, del meridione, dell'Italia sorta sulle ceneri della Seconda Guerra Mondiale e dei suoi nuovi poteri. Nel '45 fonda con gli amici scrittori Libero Bigiaretti e Francesco Jovine il Sindacato Nazionale Scrittori, in cui ricoprirà la carica di segretario fino alla morte.
    www.fanpage.it/cinque-frasi-per-cap...a-e-meridionale (clicca sul link a sinistra per leggere tutto l'articolo)
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    LO STATO LAICO E LA CHIESA
    Lo scontro del nuovo millennio
    (di Alessandra Micheli)

    La distinzione tra clero e laicato ha esercitato una notevole influenza sulla cultura politica. Oggi in particolare, ritorna in primo piano, lo scontro tra la posizione della Chiesa cattolica nei confronti della modalità secondo cui, lo Stato italiano, cerca di acquisire e risolvere le istanze sociali che emergono nella società post-moderna.
    Le modalità di risoluzione di queste istanze vengono considerate, dal Papa e dalla Chiesa di Roma, un sintomo pericoloso del laicismo individualista. Questo laicismo porterebbe, sempre secondo la Chiesa di Roma, alla dannazione di una società priva di Dio. Ciò avverrebbe con l’adozione di leggi che minerebbero le radici stesse della società umana: la famiglia.
    Ma non solo.
    L’ira del clero si rivolge anche a leggi come l’aborto, la sperimentazione, la clonazione e l’eutanasia. Leggi di questo tipo se adottate, desacralizzerebbero la società e di conseguenza l’umanità che si troverebbe, così, in preda del caos dei valori morali.
    In realtà, la controversia appare, se osservata in un’altra ottica, uno scontro prettamente politico, un vero e proprio tira e molla tra due pretese egemoniche differenti, rappresentate da chiesa e stato. Ognuno di essi intende difendere il proprio dominio privato; da una parte la coscienza, dall’altro il senso civico dei cittadini.
    Questa lotta tra due forze, però, rischia di manipolare e deformare, tramite pregiudizi di fondo, i concetti base che emergono dalla diatriba. Tutto nasce dalla paura della perdita progressiva di consenso e di conseguenza, della legittimità ad esercitare il potere che deriva dal controllo sociale e di persuasione, che investe stato e chiesa.
    Entrambi subiscono una perdita costante di legittimità, in quanto patiscono di una mancanza di flessibilità che non consente la risposta immediata e coerente a un mondo che muta forma, sia nei rapporti tra i singoli, sia nelle esigenze profonde che animano la società. In sostanza, la non risposta alle istanze sociali e private, allontana progressivamente il consenso che, pertanto, si rivolge a surrogati del potere, un potere che si mostra sempre più logorato.
    La differenza sostanziale tra i due poteri, riguardano le modalità di risposta immediata al nuovo che avanza: lo stato rispolvera le attitudini liberiste e laiciste, la chiesa, invece, si richiude in se stessa incapace, per sua stessa struttura interna, di apportare modifiche al suo rigido dogmatismo.
    Risulta evidente che la spinosa contestazione non può essere risolta, dunque, prendendo le parti dell’uno e dell’altro semplicemente per simpatia e abitudine a un pensiero strutturato dalle consuetudini percettive. Bisogna, invece, ordinare e depurare gli argomenti trattati da tutti i contorni dello spettacolo e della lotta politica, quali schematismi, preconcetti, manipolazioni e slogan scontati.
    Sgombrato il campo dal lessico del politichese, la discussione può risultare più chiara e concreta, in grado di portare alla formulazione di opinioni e scelte, se non giuste, più oneste possibili.
    Innanzitutto tre sono le questioni da esaminare:
    1. Il significato storico dello stato laico
    2. Il ruolo dello Stato. Ciò comprende, dunque, il dovere e la motivazione di fondo della rappresentanza politica.
    3. Il ruolo e l’utilità sociale delle leggi politiche.
    Questi tre fattori sono i punti chiave su cui maggiormente si concentrano fraintendimenti e incomprensioni.
    Il primo punto da analizzare è il tanto nominato ma poco compreso laicismo.
    Cos’è il laicismo?
    Spesso viene utilizzato in maniera erronea con il termine atesimo. In realtà, nel termine laicismo confluiscono, principalmente, di due significati principali che si riassumono nelle espressioni di cultura laica e di stato laico. Nella prima espressione confluiscono correnti di pensiero che affermano l’emancipazione della filosofia e della morale dalla religione positiva.
    La cultura laica, è tributaria delle filosofie razionalistiche ed immanentiste che rifiutano la verità rivelata, assoluta e definitiva e, viceversa, afferma la libera ricerca delle verità relative, attraverso l’esame critico e la discussione. In termini culturali il laicismo, non è tanta un’ideologia, quanto un metodo inteso allo smembramento di tutte le ideologie.
    Di più stretta attinenza al linguaggio politico è la seconda espressione, quella di stato laico che indica il contrario dello stato confessionale, cioè dello stato che assume, come propria, una determinata religione e ne privilegia i fedeli rispetto a altri credenti di altre religioni e ai non credenti. Alla nozione di Stato laico, si riferiscono le correnti politiche che sostengono l’autonomia delle istituzioni pubbliche e della società civile dalle direttive del magistero ecclesiastico e dalle ingerenze delle organizzazioni confessionali: la garanzia nei confronti di entrambi i poteri.
    La teoria dello Stato laico, si fonda su una concezione secolare e non sacrale del potere politico, come attività autonoma rispetto alle confessioni religiose; le quali, tuttavia, possono esercitare un’influenza politica in rapporto alla propria rilevanza sociale. Lo Stato laico, propriamente inteso, non professa pertanto un’ideologia laicista qualora la si intenda come una ideologia irreligiosa o antireligiosa. Il termine laico non è sinonimo di miscredente, né possono definirsi, propriamente laiche, le correnti di radicalismo irreligioso che conducono all’ateismo di Stato.
    Lo Stato laico non tutela soltanto l’autonomia del potere civile dal potere religioso, ma tutela egualmente le chiese rispetto al potere temporale, il quale non può imporre ai cittadini alcuna professione di ortodossia confessionale. Allo stesso modo, lo Stato laico, respinge i sistemi nei quali lo stato assoggetta la Chiesa o la riduce ad un ramo della propria amministrazione. Il potere politico non deve esprimere giudizi sulla religione e per parte sua la Chiesa deve mantenere la propria autorità entro la sfera spirituale che le è propria. Le leggi ecclesiastiche non devono concernere i beni terreni, né ricorrere alla forza. L’unica forza di cui il potere ecclesiastico è legittimo depositario, è quella della persuasione, tendente a rimuovere il libero consenso della coscienza individuale.
    Il secondo punto da analizzare è il ruolo dello stato. Lo Stato nasce e si sviluppa attraverso i secoli, anzitutto per risolvere, gestire e tutelare le esigenze e i bisogni dei singoli cittadini che compongono il tessuto sociale. La funzione dello stato si risolve, dunque, in una garanzia di tutela delle liberta, dei diritti e dei doveri. Si tratta di far funzionare il complesso intreccio di relazioni, di attività, di bisogni in un tessuto armonico scevro da conflitti e tensioni. In sostanza, lo stato funge da garante dei diritti civili e politici e delle libertà attraverso una legge generale e astratta, delle libertà economiche e sopratutto controllo delle tensioni sociali che potrebbero emergere dal contrasto di interessi reciproci. Questo ruolo, riceve la sua legittimazione attraverso l’istituto contemporaneo della rappresentanza. In sostanza, lo stato agisce tramite un mandato che, i cittadini che formano il tessuto sociale, delegano al soggetto statale affinché esplichi le proprie funzioni.
    Se il ruolo dello stato è, dunque, quello di porsi come intermediario tra le esigenze e i bisogni, occorre che esso, in quanto detentore del mandato di rappresentanza, agisca non per proprio conto ma per conto degli elettori, ossia della maggioranza. Tutto ciò, però, senza annullare o dimenticarsi della minoranza che, in virtù delle libertà civili, va tutelata e protetta.
    Lo Stato deve accogliere le istanze che provengono dal basso, per formulare leggi consone alla risoluzione dei problemi che, di volta in volta, si presentano nella società. Le leggi politiche, dunque, non sono altro che lo strumento con cui esso cerca di regolamentare e risolvere le stesse istanze che raccoglie dal basso. Rendendosi conto di cosa accade all’interno della società deve, pertanto, essere in grado di cogliere i cambiamenti, per poter formulare leggi adeguate alla complessità dei problemi che si presentano di volta in volta.
    Lo Stato ha il dovere di raccogliere ed analizzare le sollecitazioni provenienti dal tessuto sociale, altresì deve regolamentare situazioni già esistenti e deve perciò avere nella sua struttura, la flessibilità necessaria a modificarsi in risposta alle situazioni, nonché la capacità di estraniarsi dalle proprie concezioni morali, perché investito del sacro compito di rappresentare e parlare in nome di uno stato che raccoglie nel suo interno differenti elementi sociali nonché differenti modi di vivere e pensare. Il rappresentante non può, dunque, essere colui che detti codici morali, né impone dogmi o modi di pensiero; il rappresentante è colui che raccoglie, elabora e cerca di far rispettare, regole di convivenza e diritti e doveri. Non sta a lui dire cosa sia morale o no; regolamenta situazioni a prescindere dalla sua formazione culturale, nel bene della polis e della collettività.
    Se il compito dello Stato è quello di garante, il compito della Chiesa, semmai, è di dare una formazione morale che, però, i cittadini saranno, nel nome dello stato laico, liberi di trasgredire o riformulare. Per quanto riguarda il concetto di famiglia, non è compito dello stato decidere cosa sia giusto e cosa no e porre un dogma a fondamento della società. Nel rispetto delle altrui libertà civili e politiche, il cittadino stesso potrà avvertire l’esigenza di modificare gli assunti culturali della società stessa inducendo un cambiamento che, lo stato, sarà poi in grado di riformulare e assorbire al suo interno. Non è compito dello Stato laico dominare e gestire le coscienze dei singoli, suo dovere è garantire che le tensioni, naturalmente derivate dalla convivenza, non sfocino nel caos e nel disordine.
    In realtà il controllo delle coscienze, seppur di norma attribuito alla chiesa, è e rimane, esclusivo dominio della persona umana. La Chiesa rappresenta una delle modalità con cui è possibile avvicinarsi alla divinità e alle leggi considerate Verità universali, ma, qualunque sia la nostra formazione religiosa, la coscienza non è e non sarà mai, terreno di conquista.
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    IL DNA DEI GENERI LETTERARI

    Il sito "Il rumore delle cose" ci ha inviato questo interessantissimo articolo
    che pubblichiamo e proponiamo volentieri alla vostra attenzione


    Fra l’autunno del 2008 e il marzo del 2009, una squadra composta dai membri dello Stanford Literary Lab di Franco Moretti e la University of Wisconsin rappresentata da Michael Witmore, condusse un esperimento, denominato “Quantitative Formalism”, dai risvolti molto interessanti. In breve, si chiedeva al PC quale fosse il sotto-genere letterario di un testo per vedere se la macchina fosse in grado di riconoscere qualcosa di tanto complesso. I risultati sono stati pubblicati online.
    Un campione di 48 romanzi per 12 generi letterari fu sottoposto al Docuscope, un programma che utilizza la procedura MFW (Most Frequent Words, le “parole più frequenti”). Ogni testo era un classico conclamato della letteratura inglese e del genere di appartenenza. Contro ogni aspettativa, il computer riconobbe e separò correttamente tutti i romanzi secondo la critica letteraria tradizionale.
    https://ilrumoredellecose.wordpress.com/20...eneri-letterari (clicca sul link qui a sinistra per leggere l'intero articolo)
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    CHI È LO SCRITTORE PIÙ BRAVO AL MONDO?
    (di Irma Loredana Galgano)

    “Chi è lo scrittore più bravo al mondo?” Spesso il concetto di più bravo viene associato a quello di più noto o peggio di più ricco.
    Sono tante le classifiche che si trovano anche in rete e che stilano la lista degli scrittori più venduti al mondo.
    Stando agli annuali elenchi della rivista «Forbes» a farla da padrone è l’americano James Patterson che finisce nella top ten degli artisti più ricchi al mondo. Patterson ha venduto oltre 300 milioni di copie. Perché?
    I libri oggi sono commercializzati al pari di una qualsiasi altra merce e come tali per rendere devono essere inseriti nel sistema mediatico della promozione. Gli americani, il popolo che ha inventato la cosiddetta ‘fabbrica dei sogni‘, in questo sono dei veri maestri.
    Numerose opere di Patterson sono state trasposte cinematograficamente, ma non tutti i libri che diventano film vendono milioni di copie. Quindi dev’esserci dell’altro.
    Patterson viene «considerato uno dei più importanti autori di thriller del nostro tempo». Al ‘nostro tempo’ infatti il thriller, come il giallo, il poliziesco e il noir acquistano sempre maggiore consenso e diffusione.
    Generi letterari nati nell’accezione negativa di produzioni ‘commerciali’ o ‘di massa’ hanno faticato non poco per trovare una congrua collocazione nel panorama letterario. Ancora non troppo ben visti dai cultori della Letteratura vengono sempre più considerati come scritti che non si limitano a raccontare un crimine e relative indagini ma opere di narrativa che denunciano i mali sociali e la violenza, o quantomeno ne parlano.
    Ma perché il pubblico è sempre più attratto da un qualcosa da cui nella vita reale si cerca di fuggire?
    Stephen King è un altro scrittore e sceneggiatore statunitense che ha all’attivo una prolifica e fortunata carriera, con libri entrati regolarmente nelle classifiche dei più venduti e una vendita complessiva di oltre 500 milioni di copie.
    http://irmaloredanagalgano.it/2016/07/29/1182 (clicca sul link qui a sinistra per leggere l'intero articolo)
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    IL ROMANZO ROSA
    (di Enrico Fasano) **(Liala e Maria Venturi)

    Presenta una struttura formale molto simile alla fiaba, infatti in ogni romanzo i personaggi svolgono ruoli che seguono uno schema ben preciso simile a quello presentato da Propp: l'eroina protagonista (la tipica fanciulla giovane e bella che va incontro al pericolo), l'eroe (protagonista maschile e figura molto importante nel romanzo rosa in quanto "cavaliere" nonché "uomo amato" dalla protagonista che la salva sempre dal pericolo), l'antagonista (solitamente anche quella di sesso femminile, come per esempio la matrigna cattiva, ma non così frequente come la figura della protagonista, può anche capitare che l'antagonista sia un maschio che rapisce la fanciulla per poi sposarla contro il suo volere), l'amico/a aiutante dei protagonisti (la figura che nelle fiabe riveste il ruolo di fata madrina) e tanti altri personaggi secondari che si intrecciano sullo sfondo di intrighi politici, complotti, duelli e guerre.
    https://direzionekinghiana.blogspot.it/201...manzo-rosa.html (clicca sul link qui a sinistra per leggere l'intero articolo)
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    IL ROMANZO STORICO-SENTIMENTALE
    (di Enrico Fasano) **

    Esempi italiani di questo tipo, nel senso classico del termine possono essere I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, I Viceré di Federico De Roberto, i Cento anni di Giuseppe Rovani, I Malavoglia di Giovanni Verga (già, quest'ultimo, in effetti, più verista che storico).
    https://direzionekinghiana.blogspot.it/201...zo-storico.html (clicca sul link a sinistra per leggere l'intero articolo)

    (nelle foto: due autori, diversi per epoca e per stile, ma che possono rientrare anche nel filone del romanzo storico-sentimentale: Alessandro Manzoni e Isabel Allende)
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    LETTURE: "Dalle rovine" di Luciano Funetta romanzo
    (di Lorella Quintabà)

    La collana Romanzi Tunué, diretta da Vanni Santoni, si arricchisce di un’opera ipnotica e allucinatoria: Dalle rovine di Luciano Funetta. Una storia di uomini che, come scriverebbe Vollmann, «rappresentano un incubo per se stessi», e che scelgono di sublimare le loro vite in un’ultima, sanguinaria opera d’arte.
    L'autore è un giovane romano trentenne Ha pubblicato racconti su WATT, Granta Italia, Costola e altre riviste. È tra gli autori di Dylan Skyline – dodici racconti per Bob Dylan (Nutrimenti, 2015).
    Dalle Rovine era stato rifiutato da 20 case editrici. Poi la pubblicazione con Tunué e la presenza nella dozzina del Premio Strega
    Rivera è un collezionista di serpenti , ha trenta teche con altrettanti esemplari di razze rettili esotiche e rare. Si cura di loro e con loro ha un rapporto carnale. Un giorno gira un video amatoriale con alcuni suoi serpenti e lo propone al proprietario di una sala cinematografica di film porno. Da lì entra in contatto con il mondo della pornografia d’arte, conosce persone misteriose e oscure tra le quali spicca Alexandre Tapia.un argentino a dir poco enigmatico. Rivera conduce il lettore in una realtà claustrofobica, onirica. Non è solo il mondo della pornografia illegale che turba il lettore, ma la consapevolezza di essere entrato in un incubo abitato da personaggi soli e disperati legati tra di loro da una forza che li spinge nell’abisso, da un destino crudele di cui sono vittime.La loro è una storia di desolazione alla ricerca di fama e amore Sappiamo poco dei personaggi e quello che veniamo a sapere di loro e del loro passato è svelato piano piano,attraverso alcuni dialoghi. Vengono rivelati incubi privati, segreti vecchi e nuovi . Il risultato è una situazione che sta tra il reale e l’onirico e dalla quale non è facile fuggire. Il tutto ci viene raccontato da alcune voci che sono sempre insieme al protagonista e che vivono con lui ogni istante e che sono le uniche a conoscerlo veramente. Chi sono? Spiriti, fantasmi, la coscienza?i lettori stessi?
    Rivera conosce produttori e attori che vogliono fare un porno artistico e intellettuale e intravedono in lui un artista interessante, ma mano a mano egli scopre aspetti nascosti e la realtà gli si rivela ben diversa. La vicenda si sposta da Fortezza, un quartiere immaginario, a Barcellona dove i protagonisti cercano la celebrità. Alla fine tutti vivono come reclusi e isolati del resto del mondo in una villa; con loro anche i serpenti e i topi allevati per sfamarli, come a ricreare un mondo dal quale non è possibile uscire. L’atmosfera creata è cupa , Kafkiana, pesa l’attesa e il finale rimane sospeso. I personaggi si aggirano per lo più in luoghi chiusi e bui, fumano e bevono molto, dormono poco e male.
    Le donne sono gli unici personaggi positivi,anche se hanno poco spazio sono importanti nella vita degli uomini. I produttori Birmania e Traum sognano la pace attraverso la nostalgia per amori perduti (Clelia, Dolly)le donne sono lontane dalla rovina. L’attrice potrebbe salvare Rivera e poi se ne va con il regista riuscendo a fuggire dall’incubo.
    Funetta sa scrivere e sa coinvolgere il lettore.
    Il romanzo inizia con un brano che anticipa il finale
    "Quando Rivera se ne andò, nessuno lo vide a parte noi. Lo guardammo mentre si allontanava e scompariva tra gli alberi, lo osservammo inoltrarsi nella prigione di rami, dentro la vegetazione dove ad aspettarlo erano in due, in tre o in venti, anche se in realtà lo aspettava una persona sola. Quando Rivera uscì dal suo nascondiglio, noi eravamo pietrificati dalla paura e dalla stanchezza. Rivera invece non tremava. Sapevamo che sarebbe entrato nella foresta che divorava la casa e che qualcuno lo stava aspettando nel buio. Nessuno sa cosa successe dopo a Rivera, tranne noi".
    ("Dalle rovine" di Luciano Funetta - Ed. Tuné - pp. 128, Euro 9,90)
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    LE CITTA' ITALIANE IN CUI SI LEGGE DI PIU'? ECCO LA NUOVA CLASSIFICA
    (fonte: illibraio.it)

    Premessa d'obbligo: non si tratta di una classifica assoluta, ma dell'annuale top ten proposta da Amazon, che dunque tiene conto solo delle vendite di testi cartacei e ebook attraverso il portale di ecommerce. In vetta si conferma Milano, davanti a Padova e Verona. Solo nona Roma. Male il Sud...
    www.illibraio.it/citta-italiane-legge-classifica-380101 (clicca sul link qui a sinistra per leggere l'intero articolo)
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    IL ROMANZO EPISTOLARE
    (di Enrico Fasano)
    (David Grossman)
    Fanno da modelli al romanzo epistolare alcuni testi classici dal carattere poetico scritti in forma di lettere come le Heroides di Ovidio, una serie di lettere d'amore che l'autore attribuisce ad amanti appartenenti alla mitologia, ma soprattutto il diffondersi delle raccolte di libri di lettere nel Cinquecento.
    Si deve alla produzione cinquecentesca un abbozzo di romanzo epistolare pubblicato a Venezia nel 1563 dal titolo Lettere amorose di due nobilissimi intelletti di Alvisio Pasqualigo.
    https://direzionekinghiana.blogspot.it/201...he-romanzo.html (Clicca sul link a sinistra per leggere tutto)
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    UNA LETTERA DI CICERONE ALLA MOGLIE TERENZIA
    5 ott - 58 a.C.

    Competizione, potere e vendette trasversali. Uso disinvolto della giustizia. Famigle che pagano le scelte scomode di chi si trova (momentaneamente o definitivamente) dalla parte perdente della storia.
    Queste sono alcune delle suggestioni che mi suscita questa lettera di Cicerone, mentre cerco di coglierne i collegamenti con la contemporaneità.

    Antefatto e contesto: anni 66-63 a.C. Catilina, con l’appoggio di Crasso ed approfittando della lontananza di Pompeo, tenta più volte la scalata al potere, blandendo, cospirando e minacciando. Fiaccata dalla guerra tra Mario e Silla, la repubblica sta attraversando i suoi ultimi convulsi decenni, tra rivolte degli schiavi, ribellioni nelle province, scorrerie dei pirati e crescente malcontento popolare. Ogni abile comandante militare, capace di fidelizzare le truppe e di sviluppare proprie clientele è contemporaneamente una necessità e una minaccia per un impaurito Senato, che ormai ripone le proprie speranze di sopravvivenza e indipendenza soprattutto nella moltiplicazione dei condottieri e nella competizione che ne scaturisce, cercando di procrastinare il più possibile il momento in cui ne prevarrà uno solo. Cicerone, appartenente ad un’agiata famiglia di possidenti, ha circa quarant’anni e soprattutto ha l’energia, l’ambizione, l’abilità e la credibilità dell’uomo d’ordine, capace di far “prevalere la toga sulla spada”, e allo stesso tempo può presentarsi come homo novus, in grado di innervare un'oligarchia ormai asfittica e ripiegata su se stessa. L’aristocrazia nobiliare lo apprezza per il suo valore, però lo considera, spocchiosamente, un corpo estraneo. Con un celebre discorso passato alla storia e nei manuali di latino degli studenti di tutte le generazioni, Cicerone denuncia in Senato il tentativo di colpo di Stato di Catilina e ottiene che cinque congiurati siano condannati a morte seduta stante, con una forzatura giuridica fatta immancabilmente rilevare da Giulio Cesare.

    Cicerone fu davvero mosso esclusivamente dall’urgenza di salvare la repubblica? Oppure colse la sua grande e irripetibile occasione ed esagerò il pericolo, a costo di sacrificare vite umane senza un giusto processo, pur di ritagliarsi il ruolo di salvatore della patria? E’ questa la sua hybris, che fatalmente gli toccherà espiare?
    ****** (Pompeo, Cesare e Crasso)
    La ruota gira, i problemi rimangono irrisolti, i tre maggiori contendenti (Pompeo, Cesare e Crasso) si studiano, nessuno se la sente di tentare l’affondo decisivo, anzi tatticamente danno vita ad un’innaturale alleanza (un mostro a tre teste secondo la definizione dello stesso Cicerone).
    Tra i beneficiati dal nuovo sistema di potere, un po’ diverso da quello per cui aveva lavorato un cultore della legalità come Cicerone, vi è anche Clodio, il fratello minore della Lesbia cantata da Catullo.
    Costui aveva già creato scandalo e sacrilegio introducendosi nella casa di Giulio Cesare travestito da donna durante i misteri della Bona Dea, il cui accesso era vietato agli uomini. Il solito Cicerone era stato il suo accusatore, ma Crasso lo aveva fatto assolvere, comprando alcune testimonianze. Cesare stesso, nonostante Clodio con quella bravata intendesse insidiarne la moglie, ripudiò Pompea (perché “la moglie di Cesare deve essere sopra ogni sospetto”) ma non testimoniò contro di lui.
    Dunque Clodio approfitta della nuova situazione per vendicarsi di Cicerone e ottiene una legge contra personam, nel caso specifico una legge che commina l’esilio a chi abbia fatto condannare a morte cittadini romani senza consentire l’appello al popolo (ogni riferimento alla congiura di Catilina di pochi anni prima ovviamente non è casuale).
    (una orazione di Cicerone al Senato. Quadro di Cesare Maccari - Villa Madama, Roma)
    L’esilio di Cicerone dura un anno e mezzo, dalla primavera del 58 all’estate del 57, quando viene interrotto anche per intercessione di Pompeo. Nel frattempo i suoi beni sono stati confiscati o distrutti e nel momento in cui Cicerone scrive da Tessalonica questa lettera alla moglie Terenzia, si trova davvero in preda alla disperazione.

    "Non credere che io scriva a nessuno lettere più lunghe, a meno che qualcuno non mi abbia scritto parecchio: allora penso che sia conveniente rispondergli; e infatti, non ho cose da scrivere e in questo periodo non faccio nulla con maggiore difficoltà. A te, poi, e alla nostra figliola non posso scrivere senza che mi sgorghino le lacrime dagli occhi.
    Vi vedo in preda alla disperazione, voi che avrei voluto sempre al colmo della felicità: e questo avrei dovuto garantirvi, e se non fossi stato tanto debole ve lo avrei garantito. Ho un affetto grandissimo per il nostro Pisone, che se lo merita ampiamente. Gli ho scritto, come ho potuto, per fargli coraggio e per ringraziarlo nel modo dovuto. Capisco che riponi delle speranze nei nuovi tribuni della plebe. Può essere una sicurezza, purché Pompeo dia il suo benestare; ma tuttavia ho paura di Crasso. Vedo che ti comporti in ogni circostanza nel modo più coraggioso e amorevole, e non mi sorprende; ma sono desolato che le mie sventure trovino sollievo a prezzo di sofferenze tue così grandi: me lo ha scritto Publio Valerio, uomo di una cortesia squisita – e non ho potuto leggere le sue righe senza scoppiare a piangere - , in che maniera tu sia stata trascinata dal tempio di Vesta agli uffici del tribunale. Vita mia, mia sola nostalgia, a cui tutti solevano rivolgersi per avere un aiuto! E ora, Terenzia mia, saperti così tormentata, così afflitta nel pianto e nella umiliazione, e che questo avviene per colpa mia, che ho salvato gli altri per trascinare noi stessi alla rovina. Quanto a quello che scrivi della casa, cioè dell’area della casa, se solo essa mi sarà restituita solo allora io mi crederò reintegrato nei miei diritti. Ma queste cose non dipendono da noi. Soffro che per affrontare tutte le spese che ci sono da fare tu ti riduca in ristrettezze crudeli. Se questa faccenda si conclude, otterremo tutto; se il destino continuerà a infierire su di noi, dovrai tu addirittura miseramente disperdere gli avanzi della tua agiatezza? Ti scongiuro, vita mia; riguardo alle necessità impellenti lascia che ti diano una mano quelli che possono (solo che lo vogliano!) e se mi ami non logorare la tua salute così fragile. Giorno e notte mi stai davanti agli occhi; vedo anche che a te fa capo ogni cosa. Perciò abbi rispetto per la tua salute, se vuoi che otteniamo quello che speri e per cui ti adoperi. Non so a chi debba rivolgermi se non a quelli che scrivono a me o a quelli di cui voi scrivete a me qualcosa. Non andrò più lontano, se è questo che desiderate; ma vorrei vostre lettere il più spesso possibile, specie se c’è qualche cosa di più solido su cui fondare le nostre speranze. Addio, nostalgia del mio cuore, addio."


    Marco Tullio Cicerone, Lettere - traduzione di Riccardo Scarcia, BUR 1981. Ripreso in “Cara amata immortale”, Le più grandi lettere d’amore di tutti i tempi – a cura di Roberta Serra, Bompiani 1998
    (fonte: quellocheresta del giorno.blogspot.com)

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    LETTURE: LO STRANO VIAGGIO DI UN OGGETTO SMARRITO - romanzo di Salvatore Basile
    (di Kly 1971)

    Possiamo ancora sentire il profumo dell'inchiostro fresco sulle pagine di questo libro: "Lo strano viaggio di un oggetto smarrito" di Salvatore Basile, edito da Garzanti, un vero successo letterario di maggio 2016.
    La storia di Michele, quasi trentenne, capostazione nella piccola cittadina di Miniera di Mare, una tranquilla località sulle coste dell'Abruzzo, che non conosce altro che le quattro pareti che lo vedono lavorare giorno dopo giorno senza sosta, senza ferie, senza vacanze.
    Sembra una attesa la sua, aspetta sua madre che l'ha abbandonato da piccolo, partendo sull'unico treno che attraversa Miniera di Mare e che lui pulisce e lucida tutte le sere, fa partire la mattina presto e attende con ansia ad ogni tramonto.
    http://tucc-per-tucc.blogspot.it/2016/09/l...un-oggetto.html (clicca sul link a sinistra per leggere l'intera recensione)
    "Lo strano viaggio di un oggetto smarrito", di Salvatore Basile, Garzanti - pp. 250, Euro 16,40
    (fonte: TuttoPerTutti - tucc-per-tucc.blogspot.it)
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    MARY ANNING. UNA VIAGGIATRICE NEI MARI PREISTORICI
    (di Paola Lotti)

    Si dice che dietro a un grande uomo ci sia una donna che gli ha permesso di diventare tale, sollevandolo dagli oneri della quotidianità, consentendogli di dedicarsi a quelle attività e consigliandolo al meglio.
    Ci sono altre donne che sono rimaste nell’ombra, pur avendo contribuito in prima persona a scoperte scientifiche di cui non hanno potuto godere i frutti, perché la loro condizione femminile non lo ha concesso e gli uomini si sono appropriati del loro lavoro.
    Mary Anning è una di queste.
    Nasce nel 1799 in Gran Bretagna a Lyme Regis, una località sul mare in cui verrà ambientato l’originale romanzo “La donna del tenente francese” di John Fawles.
    Le rocce lungo la costa risalgono al Triassico, al Giurassico e al Cretaceo: forniscono fossili di grande importanza, soprattutto gli strati argillosi chiamati Blue Rias. La cittadina era una zona turistica apprezzata dalla nobiltà e dalla borghesia inglese e la vendita dei fossili, come curiosi souvenir, costituiva un’attività che permetteva alla famiglia di Mary di guadagnarsi da vivere. Il padre, ebanista, istruì lei e il fratello alla ricerca delle “dita di diavolo” (belemniti), delle “pietre di serpenti” (ammoniti) e delle “vertebacche” (vertebre di animali).

    Quando Mary aveva quindici mesi accadde un evento straordinario: durante un’esibizione di cavalli scoppiò un temporale e alcune donne, tra cui una vicina di casa che la teneva in braccio, cercarono rifugio sotto un albero che venne colpito da un fulmine. Fu l’unica a sopravvivere e in seguito l’episodio venne dipinto come l'origine della sua mente brillante: bisognava ricorrere a ragioni fuori del comune per spiegare capacità straordinarie in una donna!
    Ebbe un'educazione molto limitata, imparando a leggere e scrivere presso la locale scuola cristiana congregazionista.
    Il padre morì quando aveva appena undici anni e la necessità di aiutare la famiglia la portò a seguire le orme del genitore nella ricerca dei fossili: era però molto precisa, attenta ed estremamente curiosa.
    Usciva durante la bassa marea, dopo temporali in cui il vento, la pioggia e le onde facilitavano lo sgretolamento delle rocce, in un’attività pericolosa a causa del verificarsi di frane che uccisero il fedele cane Tray che l’accompagnava e in cui lei stessa rischiò di morire.
    www.caffebook.it/cultura/item/654-m...reistorici.html (clicca sul link qui a sinistra per leggere l'intero articolo) - fonte: caffebook.it
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    STIAMO DENTRO A UN ATOMO?
    (di Stefano Nasetti)

    Ciò che segue è un semplice esercizio del libero pensiero, che per tale va considerato non avendo alcuna pretesa di giungere ad una verità, ma solo quella di stimolare una riflessione.
    Da quando è stata compresa la struttura dell'atomo agli inizi del '900, grazie agli studi di J. J. Thomson prima e di Ernest Rutherford e Niels Borh, molte persone hanno notato una somiglianza tra atomo e il sistema solare.
    Il moto degli elettroni che girano attorno ad un nucleo, può certamente esser paragonato al moto dei pianeti attorno al Sole.
    Quest’apparente somiglianza, ha poi portato molti a contemplare, anche solo per un momento, la possibilità che il nostro sistema solare possa essere soltanto un atomo di un qualcosa di più grande, di una molecola formata dall'insieme di più sistemi solari che potremmo chiamare galassia, che a sua volta potrebbe essere una molecola di un organismo più grande che potremmo chiamare universo.
    Grazie a recenti studi sui dati della radiazione cosmica di fondo, provenienti dalla Wilkinson Microwave Ansiotropy Probe (WMAP), conosciuta anche come sonda spaziale per l'anisotropia delle microonde che ha fotografato, tra il 2003 e il 2008, con una risoluzione senza precedenti ciò che rimane delle radiazioni dovute al Big Bang, alcuni importanti cosmologi e astrofisici, in diverse parti del mondo, sembrano essere giunti alla conclusione che l'universo non è infinito, ma ha dei confini e forse anche una forma ben chiara (quella di un dodecaedro sferico, una qualcosa di simile a un pallone da calcio). Questo almeno è quanto ritiene di aver scoperto il cosmologo Jean Pierre Luminet dell’Osservatorio Astronomico di Parigi.
    Altri studiosi, come l’astronomo della Nasa Alexander Kashlinsky e la fisica teorica Lauren Elise Newton (che hanno lavorato e conducono studi indipendenti l'uno dall'altro) sulla base dei dati forniti dalla sonda Wmap e dal nuovo satellite europeo Plank, sono arrivati sul punto di dimostrare matematicamente che il nostro universo non è solo ma, probabilmente uno dei tanti.
    È importante rilevare come si tratti di studi ancora in via di definizione, basati sulla meccanica quantistica e sulla teoria delle stringhe, ancora tutta da dimostrare sebbene sempre più dati sembrino poterla confermare.
    Volendo ora prendere per buoni questi studi e continuando nel nostro paragone, potremmo affermare che la nostra molecola universo, se raggruppata assieme ad altre molecole universi, potrebbe essere parte di un qualcosa di ancora più grande, un oggetto o addirittura un organismo vivente, una cellula ad esempio.
    http://illatooscurodellaluna.webnode.it/ne...ro-ad-un-atomo/ (cliccare sul link a sinistra per leggere l'intero articolo)
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    CURIE. UNA FAMIGLIA DI NOBEL
    (di Paola Lotti)
    (Pierre e Marie Curie)

    Tutti conoscono Marie Curie, due volte premio Nobel:
    vinse il primo in fisica nel 1903 assieme al marito Pierre e ad Henri Becquerel, il secondo da sola in chimica nel 1911.

    Marie e Pierre ebbero due figlie, Irene ed Eve. La maggiore conquisterà a sua volta il Nobel in chimica nel 1935 assieme al marito Frederic Joliot.
    La minore non manifestò interesse per le materie scientifiche e si laureò in scienze e filosofia, dedicandosi allo studio del pianoforte in cui divenne piuttosto abile: nel 1925 tenne concerti a Parigi e in Belgio.
    Dopo un anno l'attività di concertista viene però accantonata e frequenta i più famosi artisti di Parigi stringendo amicizia con la scrittrice Colette, il pianista Arthur Rubinstein e il drammaturgo Henri Bernstein.
    Nel 1934 muore la madre e una casa editrice le chiede di scriverne la biografia che uscirà nel 1937 in trenta lingue, traendo grande notorietà e il premio “The American National Award for non fiction books”. Nel 1939 tiene una serie di conferenze negli Stati Uniti sulla vita della genitrice che le porteranno ulteriore popolarità e la nascita di una solida amicizia con Eleanor Roosevelt che aveva conosciuto giovanissima in occasione di un viaggio con la celebre mamma.
    http://caffebook.it/tecnologia/item/673-ev...-del-nobel.html (clicca sul link per leggere l'intero articolo con le storie di Irene ed Eve Curie, entrambe premi Nobel)

    Edited by pierpaolo serarcangeli - 10/10/2016, 14:27
     
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